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Un Museo al San Bernardino, la proposta di Lorelli

«La rinascita della città passa anche, forse prevalentemente, attraverso la sua rinascita culturale alla quale, invece, sembra non pensare nessuno»

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AMANTEA – «Un museo civico che conservi quanto nel passato è stato prodotto in una comunità serve non soltanto come conservazione della memoria collettiva ma anche come sollecitazione a pensare ed a fare per i suoi abitanti e per quanti, visitando quel luogo, si rendono conto della storia di una città e della capacità creativa di coloro che vi abitano e vi hanno abitato».

Amantea non ha ancora un Museo civico, eppure «sono tani i reperti sparsi e le opere d’arte che potrebbero essere collocati in un luogo ed offerti alla vista dei suoi abitanti e visitatori; un museo è parte importante dell’offerta formativa e culturale ma anche della così detta offerta turistica».

Senza considerare che Amantea «possiede la struttura idonea ad ospitare un Museo». Si tratta del «convento di San Bernardino, di proprietà comunale, ben ristrutturato, che oggi ospita soltanto tre frati conventuali, là dove vi sono una ventina di locali la metà dei quali, almeno quelli del piano-terra, potrebbero ospitare il Museo civico, Basta ricordare che in quella struttura, fino alla metà degli anni settanta del secolo scorso, era ospitata la scuola Media statale, con tre corsi, una presidenza, una segreteria, una piccola biblioteca, due bagni ed una sala d’attesa-professori».

Infine, l’appello agli amministratori attuali: «A loro il compito di riprendere l’idea del Museo civico di San Bernardino che altre amministrazioni del passato, pur sollecitate, non hanno voluto prendere in considerazione. La rinascita della città passa anche, forse prevalentemente, attraverso la sua rinascita culturale alla quale, invece, sembra non pensare nessuno».

stefaniasapienza@calabriainchieste.com